PROGETTO INTEGRATO DI FILIERA “AGROALIMENTARE”
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana 2014-2020

AMIATA OLEOS
(Amiata Organizzata per Linea Extravergine Olio Seggiano)

CONSORZIO DELL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA SEGGIANO DOP

La zona olivicola dell’Amiata è un’area unica in Toscana, per la presenza di copiosi oliveti a ridosso della montagna, con un’esclusività, rappresentata dalla coltivazione di olivi della varietà Olivastra Seggianese. Questa cultivar di olivo si ritrova in tutti i comuni dell’Amiata Grossetana, anche se con una concentrazione diversa ed è un unicum assoluto. In tutta l’area, contestualizzabile all’interno della Maremma Toscana, coesistono assieme a oliveti di Olivastra Seggianese, anche impianti con varietà tradizionali toscane (Frantoio, Moraiolo, Leccino, Pendolino e Correggiolo). Gli oliveti di Olivastra Seggianese sono principalmente concentrati nella zona Seggiano – Montegiovi (Castel del Piano) – Montelaterone (Arcidosso), mentre gli oliveti delle cultivar toscane sono maggiormente diffusi nei comuni di Cinigiano, Semproniano e nella zona di Montenero d’Orcia nel Comune di Castel del Piano. La zona si fregia di due certificazioni di qualità per l’olio extravergine: la DOP Seggiano e l’IGP Toscano. E proprio la Denominazione di Origine Protetta Seggiano (unico olio con DOP non caratterizzato dalle cultivar tradizionali toscane) è il cuore di questa filiera. La zona interessata dal PIF è quella, olivicola collinare e montana dell’Amiata che si sviluppa nei comuni di Seggiano, Castel del Piano, Arcidosso, Cinigiano, Santa Fiora, Roccalbegna, Semproniano e Castell’Azzara in provincia di Grosseto. In questo territorio coesistono sia impianti di piccola estensione, costituiti prevalentemente da olivi di Olivastra Seggianese con individui secolari anche di grosse dimensioni che possono raggiungere i 6-8 metri, sia aree ad olivicoltura specializzata, con olivi appartenenti prevalentemente alle cultivar toscane. In tutta l’area collinare e montana, gli oliveti rappresentano un’importante fonte di reddito per le aziende agricole del territorio, ma sono anche un fondamentale elemento del paesaggio con una rilevanza idrogeologica enorme. L’area Amiatina ha una superficie olivata di circa 3.200 ettari che è un quinto della superficie olivicola provinciale, pari a 16.500 ettari. Le aziende con olivo in Amiata hanno una dimensione media in termini di superficie investita a olivo, molto ridotta (circa 1,20 ettari). L’olivicoltura amiatina è caratterizzata da elevati costi di produzione dovuti in ampia parte a oggettive difficoltà di ammodernamento degli impianti e delle tecniche. In effetti, la coltura dell’olivo è molto diffusa in aree collinari e montane anche con rilevante declività ed è svolta in aziende di dimensioni spesso molto esigue. Nonostante il recupero effettuato di molte superfici olivate abbandonate, permangono ancora aree in abbandono produttivo, soprattutto nella parte più acclive. Nella zona collinare gli oliveti abbandonati sono minori, ma spesso l’olivicoltura è accessoria all’interno di aziende agricole spesso vitivinicole e cerealicole, solo in parte specializzata. Organizzare un PIF sull’Amiata Grossetana è un’esigenza molto sentita sul territorio, poiché il settore olivicolo riveste, comunque, un’importanza notevole e ha rilevanti potenzialità inespresse. Devono essere recuperati gli impianti abbandonati, esige ammodernare quelli esistenti per aumentarne la produttività e va favorita la realizzazione di nuovi impianti specializzati. La richiesta di olio certificato è in continuo aumento (DOP, IGP, BIO), mentre la produzione è in calo e questo impedisce di rispondere alle sollecitazioni del mercato. La diminuzione della produzione olivicola deve essere principalmente imputata ai cambiamenti climatici in atto, che negli ultimi anni si sono resi responsabili di cali vertiginosi e ad avversità fitosanitarie come la mosca olearia (Bactrocera oleae). La coltura dell’olivo nel comprensorio fa capo in parte, e interessa superfici non trascurabili, ad agricoltori non professionali, con obiettivo principale l’autoconsumo e l’integrazione del proprio reddito proveniente principalmente da altre attività. L’ambiente è difficile per le condizioni di accessibilità e di orografia; gli impianti collinari non si prestano alla meccanizzazione e quindi implicano, come nel passato, un costo di produzione molto alto. Queste superfici marginali all’agricoltura produttiva, anche per l’altissima frammentazione fondiaria, contribuiscono peraltro, più di altre, alla sfaccettata “multifunzionalità” delle aree agricole: produzione, paesaggio, biodiversità e salvaguardia idrogeologica. Il processo di abbandono, che per fattori sociali e congiunturali e per le numerose azioni di supporto al settore d’iniziativa regionale e comunitaria sta subendo un’inversione di tendenza tangibile, copre ancora una larga parte delle superfici olivate. Il grado di abbandono presenta caratteristiche diversificate, in un continuo quasi indistinguibile, a partire dalla riduzione delle operazioni colturali al minimo indispensabile, sino ad arrivare all’abbandono totale, a volte pluriannuale, in cui la vegetazione spontanea inizia il suo insediamento. Gli interventi previsti dal progetto integrato di filiera AMIATA OLEOS mirano a un “recupero globale” della valenza ambientale e produttiva degli oliveti, comprendendo sia le opere sulla vegetazione (ripuliture, decespugliamenti, potature) che quelle relative all’accessibilità dei terreni (viabilità pedonale e carrabile) e di gestione della coltura (sistemazioni, terrazzamenti e recinzioni). Molto importante è anche la realizzazione di nuovi oliveti specializzati, alcuni anche molto spinti, che s’inseriscono in continuità con il recupero del mosaico paesaggistico amiatino. Lo scopo del progetto integrato di filiera non è solo quello di recuperare e impiantare superfici a oliveto, ma anche e soprattutto quello di costituire un esempio replicabile in ambienti simili del comprensorio. L’innovazione in campo olivicolo, è tenuta particolarmente in considerazione, con l’acquisto da parte delle aziende aderenti al PIF di attrezzature e macchinari tesi a ridurre i costi di produzione, facilitare le operazioni colturali, in particolare la raccolta, incrementare la qualità delle produzioni ottenibili, salvaguardare l’ambiente e ridurre l’impatto ambientale. Fra questi va ricordato: l’acquisto di trattori, decespugliatori, agevolatori, raccoglitrici e altri macchinari necessari alla conduzione dell’oliveto. Altri investimenti riguardano il recupero di strutture esistenti, insieme a realizzazioni di nuovi locali da destinare a magazzini e depositi e l’acquisto di macchinari aziendali per la trasformazione (frantoi aziendali). Altra parte fondamentale nella filiera olivicola è rappresentata dalla trasformazione. Nella zona i diversi frantoi esistenti svolgono prevalentemente un’attività di servizio (di frangitura e di eventuale imbottigliamento) in quanto gli olivicoltori hanno spesso un forte interesse a mantenere il possesso dell’olio ottenuto dalle proprie olive, soprattutto per motivi commerciali. I frantoi presenti nell’area sono 15, con una contrazione molto marcata (chiusura progressiva) avvenuta negli ultimi anni, soprattutto delle strutture più piccole e meno qualificate. Fra i vari obiettivi del PIF vi è quello di favorire le innovazioni di processo nelle tecnologie di estrazione meccanica degli oli extravergini di oliva, in modo da condurre al miglioramento delle caratteristiche di qualità e tipicità estrinseca degli oli ottenuti sul territorio, da cultivar tradizionali. Questo permette un incremento del valore aggiunto dell’olio. Strettamente legate alla fase di trasformazione, sono le realizzazioni di due nuovi impianti di molitura a ciclo chiuso con zero emissioni e autonomia energetica con moderni macchinari e strumenti di analisi qualificati. Per la commercializzazione è importante l’ottimizzazione del packaging dell’olio per una migliore conservazione e facilità di utilizzo, ma anche di nuovi punti vendita, locali per la degustazione e la commercializzazione. Con il PIF AMIATA OLEOS si vuole, inoltre, promuovere la coesione fra i diversi soggetti della filiera e un’unità d’intenti, lavorando anche su un nuovo linguaggio, e mezzi espressivi di comunicazione, innovativi. Infine, dal punto di vista del mercato, è importante valorizzare, prodotti che rispondono al “claim salutistico” (supportati da marchi di qualità DOP IGP e BIO) e migliorare l’informazione sulle proprietà nutraceutiche degli Oli EVO con particolare attenzione alle caratteristiche salutistiche dei polifenoli. Il PIF intende promuovere anche strategie di marketing utilizzando la leva del prezzo (differenziazione merceologica), la leva qualitativa del prodotto (diversificazione e packaging) e la leva della promozione (posizionamento su GDO locale e ristorazione d’area). Sui residui di lavorazione è necessario un lavoro mirato sull’utilizzo dei sottoprodotti, anche a fini energetici, con qualche apripista anche nel PIF (utilizzo del nocciolino come biomassa). Il PIF AMIATA OLEOS vede come capofila il Consorzio dell’Olio Extravergine di Oliva Seggiano DOP che opera negli otto comuni dell’Amiata e che è responsabile della Denominazione di Origine Protetta. Partecipano al PIF ben 65 soggetti, di cui 34 diretti e 31 indiretti. Quasi tutti i partecipanti sono attivi nell’accordo di filiera. Sostengono e supportano il PIF, 9 enti pubblici, gli otto comuni dell’area e l’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana, assieme ad associazioni di vario tipo e quelle di categoria agricole. Partecipante diretto e sostenitore del PIF è anche la Coop Amiata (GDO). Sono state attivate nel PIF ben cinque, fra sottomisure e operazioni del PSR (1.2 con il Progetto FILO, 4.1.3, 4.2.1, 16.2 con il Progetto CO.SE DI MOD.A., 16.3 con il Progetto RI.OLI). L’obiettivo di AMIATA OLEOS è di costituire una filiera coordinata nell’area, dell’olio EVO che permetta la messa in produzione di Olio DOP Seggiano, Olio IGP Toscano e Olio BIO da destinarsi al commercio sia di vicinato, che alla GDO. Il PIF AMIAT OLEOS ha un investimento complessivo di 4.732.338,03 con un contributo previsto di 2.210.186,73.